Nel pomeriggio di giovedì 23 aprile, gli studenti del Master APC dell’Università di Pisa si sono riuniti presso l’istituto di Scienze Politiche per affrontare una nuova lezione in tema di corruzione.

Come di consueto, gli allievi si sono seduti ai banchi disposti in forma circolare, creando così un grande cerchio di sguardi.

Come ogni settimana, il master dell’Università di Pisa ha permesso ai propri studenti di ascoltare ed incontrare uno dei massimi esperti in tema di analisi, prevenzione e contrasto della corruzione: il Prof. Francesco Merloni, membro dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione.

Francesco Merloni è esperto e stimato conoscitore del fenomeno corruttivo: Professore Ordinario di Diritto Amministrativo dell’Università degli Studi di Perugia; componente, tra il 2012 e il 2014, del “Gruppo di lavoro sulle incompatibilità e inconferibilità” e del “Gruppo di lavoro anticorruzione”, istituiti dal “Ministro per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione”; attualmente è investito del ruolo di Consigliere dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, presieduta dal Dott. Raffaele Cantone, e proprio da quest’ultimo indicato e voluto.

L’obbiettivo della lezione è stato quello di spiegare e raccontare ai giovani studenti del Master APC in cosa consiste questa nuova Autorità, le sensibilità socio-politiche che ne hanno motivato la formazione, la mission e le potenzialità di questo nuovo organo.

Dalle parole del Prof. Merloni è emerso chiaramente come, diversamente da quanto accaduto dal nostro recente passato, la risposta legislativa al fenomeno corruttivo si sia finalmente indirizzata verso un’attività di prevenzione, di cui la Pubblica Amministrazione sia la vera fautrice.

La scelta di mutare la tipologia di approccio nasce dal riconoscimento dell’innegabile fallimento di una politica di contrasto alla corruzione che si è sempre connotata per il proprio carattere penalistico-repressivo: sino al 2012 l’intervento dello Stato si è perfezionato in una risposta prettamente giuridico-sanzionatoria, collocata temporalmente in un momento successivo alla commissione di un fatto inquadrabile all’interno di una norma dell’ordinamento penale italiano.

Il dott. Merloni ha chiarito come l’approccio adottato dal nostro legislatore sia venuto a mutare nel momento in cui l’Italia, a seguito di interventi sovranazionali (tra cui il duro Rapporto del Consiglio d’Europa del 2009), si è trovata costretta ad adeguare il proprio sistema di repressione penale e ad occuparsi seriamente di prevenzione in ambito amministrativo.

Il nostro Paese è stato chiamato a cambiare la prospettiva della propria azione: se da una parte, il concetto di “contrasto alla corruzione” è stato riletto in termini preventivi, dall’altra, il ruolo predominante ed esclusivo della Magistratura e Forze dell’Ordine, è stato affiancato ad un processo di responsabilizzazione dell’apparato amministrativo italiano, chiamato ad attivarsi ed impegnarsi contro un fenomeno che trova nel settore pubblico il terreno fertile dove proliferare.

Il Dott. Merloni, dopo un excursus storico degli interventi legislativi compiuti negli ultimi anni, si è soffermato sulla legge che, per quanto da molti criticata, rappresenta uno spartiacque nella politica di contrasto alla corruzione: la legge n. 190 del 2012, cosiddetta “Legge Severino”.

Tre sono i pilastri che il Prof. Merloni ritiene caratterizzino questa normativa:

–      Codici di comportamento dei dipendenti pubblici;

–      Piani Anticorruzione;

–      Trasparenza.

In particolare il dott. Merloni, dopo aver individuato nella “trasparenza” il vero e più efficace strumento di prevenzione e contrasto alla corruzione, ha sottolineato le grandi potenzialità dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione, che, a seguito dell’entrata in vigore della l. 190/12, ogni ente pubblico deve adottare.

Piani Anti Corruzione che possono essere un’occasione per innescare un processo che, attraverso il coinvolgimento dell’apparato amministrativo, degli organi politici e della collettività, permetta di dar vita ad uno strumento adeguato a prevenire e contrastare la corruzione in maniera idonea e specifica alla realtà in cui questo viene adottato.

A proposito di ciò, il Prof. Merloni non ha nascosto un certo imbarazzo nei confronti delle numerose amministrazioni che, vivendo quanto previsto dalla Legge Severino in chiave di mero adempimento burocratico-amministrativo, hanno ridotto il Piano di Prevenzione e Contrasto alla Corruzione e il Piano della Trasparenza in un inutile “copia-incolla” di quanto già elaborato in altre Pubbliche Amministrazioni.

Il Dott. Merloni ha raccontato le sfide che nei prossimi due anni attendono l’Autorità Nazionale Anti Corruzione; la nuova struttura adottata a seguito della soppressione, e susseguente all’accorpamento al suo interno, dell’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici; i nuovi poteri acquisiti dall’Autorità a seguito del D.lgs. n.90 del 24 giugno 2014; la reale indipendenza finalmente conquistata dall’Autorità rispetto al Governo e dal Dipartimento della Funzione Pubblica e, infine, l’esclusiva competenza che l’A.NA.C. oggi può vantare in materia di anticorruzione e trasparenza.

Al termine della lezione il Dott. Merloni ha espresso la propria incertezza in merito alle reali possibilità di  raggiungimento di una concreta e calcolabile riduzione del fenomeno corruttivo. Tuttavia, ad oggi è rilevabile un’importante attenzione da parte sia della politica sia della società civile: ciò deve essere vissuto come una spinta e un monito per impegnarsi e lavorare sempre più duramente.

 

Nicola Capello, allievo V edizione Master APC