Inizia così, con quattro interrogativi, la lezione di sociologia della criminalità organizzata tenuta dal Prof. Nando Dalla Chiesa nella nostra affezionata saletta seminari riservata alle lezioni del Master APC :
– che cos’è la mafia?
– perché la mafia è andata al nord?
– perché la mafia vince al nord ?
– come si sta sviluppando la mafia al nord?
– perché il nord non reagisce?
– la mafia è moderna?
– quali sono i pericoli maggiori?
– come si può reagire?
Domande “esemplari” queste, afferma il Prof. Dalla Chiesa, a cui spesso si abbinano risposte incomplete, che non sono, purtroppo, il risultato di meticolose analisi in materia di criminalità organizzata, ma il frutto di una sedimentazione di luoghi comuni che vanno necessariamente superati.
Nonostante le diversità delle singole organizzazioni criminali, spiega con scientifica maestria il Prof. Dalla Chiesa, esiste un elemento che le accomuna tutte. E’ l’idea del modello mafioso, caratterizzato a sua volta da quattro elementi fondamentali – il controllo del territorio, i rapporti di dipendenza personale, la violenza come suprema regolatrice dei conflitti e i rapporti organici con la politica – legati tra di loro da un rapporto di funzionalità così forte, che al venir meno di uno solo di essi, non si può più parlare di organizzazione mafiosa.
Tre le più grandi e riconosciute organizzazioni criminali: cosa nostra, camorra e ‘ndrangheta.
Cosa nostra che ha subito nel tempo duri colpi dal punto di vista repressivo. Una camorra spietata nell’uso della violenza. Una ‘ndrangheta sempre più forte e a cui “piace il piccolo”, cioè vivere nei piccoli comuni, dove controllare, con il pragmatismo che la contraddistingue, amministratori ed amministrati, dove la vita della città viene decisa nel bar della piazza, accanto all’indifferenza e all’accettazione di molti.
Organizzazioni mafiose sempre più presenti al Nord, in territori diversi da quelli d’origine, che portano avanti un vero e proprio “processo di colonizzazione”, ma al rovescio, dove piccole comunità, magari non fortemente sviluppate a livello economico, “conquistano” le zone più ricche del Paese. Ma quale spiegazione dare a tale fenomeno?
“Sono quarant’anni che mi occupo di criminalità organizzata”, afferma il Prof. Dalla Chiesa, “ed ho visto il fenomeno mafioso da diverse angolature: da studente, da studioso, da Professore, da parte civile in un importante processo di mafia”, “la scelta della mafie di spostarsi altrove rispetto al territorio di origine è frutto di intenzionalità, si tratta di una scelta strategica”. Non si fugge dunque dalla propria terra, ma si va alla ricerca di un successo criminale.
E’ una scelta strategica rivolta alla ricerca non solo di profitti, ma soprattutto di potere, perché l’impresa mafiosa non dimentica mai di essere un’organizzazione che vive di antistato e la sua forza sta al di fuori di essa, nella debolezza ideologica che la circonda.
“C’è una mancanza d’anima” afferma con rabbia il Prof. Dalla Chiesa, “uno che vuole bene alla sua terra la difende”, e certamente non vive affermando che la mafia non esiste.
Raffaella Perri, allieva V edizione Master APC