Giuliano, 46 anni, ispettore del lavoro in servizio presso l’Ispettorato territoriale del lavoro di Arezzo. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto ad intraprendere un percorso formativo sui temi della criminalità organizzata e della corruzione?
Il lavoro e le passioni personali: hanno funzionato entrambi da spinta.
Da una parte, lavorando nel tempo in tre diversi enti pubblici (e tre diverse zone del Paese), ho acquisito la percezione dei danni che può fare la corruzione: una percezione non più “esterna”, ricavata dai fatti di cronaca, ma vissuta dal di dentro, misurando con dispiacere quanta velenosa sfiducia per le istituzioni essa porti con sé. La conoscenza delle mafie – e in particolare della storia di Cosa Nostra – è invece una passione giovanile, accresciutasi negli anni.
Il Master APC, con la sua scelta di accostare questi due temi, mi ha permesso di approfondirli insieme.
Come hai conciliato il tuo impegno lavorativo con le attività del Master?
Anzitutto organizzandomi: ora posso dire che anche con una famiglia, dei bambini e un lavoro stabile – legato, nel mio caso, ad orari fissi e predeterminati – si può seguire la maggior parte delle lezioni del master in aula (e il resto attraverso le registrazioni), perfino se si vive ad una certa distanza da Pisa.
Come direbbe Gene Wilder, “si può fare!”… e, tutto sommato, agevolmente.
Se dovessi incontrare una persona interessata ad iscriversi al Master APC, quale consiglio vorresti darle?
Credo, in tutta sincerità, che una persona animata da motivazioni solidamente legate ai contenuti del master non abbia bisogno di alcun consiglio: nell’iniziare e proseguire il corso di studi, si renderà conto che quelle motivazioni trovano soddisfazione, e crescono con il passare delle lezioni. Personalmente ricordo almeno tre interventi (di altrettanti docenti) che hanno avuto un impatto emotivo molto forte, a testimonianza che il Master APC è un percorso avanzato di studio ma anche il luogo di un’esperienza significativa.