Fenisia, 30 anni, laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università di Messina. Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinta ad intraprendere un percorso formativo sui temi della criminalità organizzata e della corruzione?

I temi della criminalità organizzata e della corruzione mi hanno da sempre affascinata, e nella consapevolezza che nel mio percorso di studi universitario vi fosse una lacuna in materia, ho deciso di frequentare il master per arricchire il mio bagaglio culturale. Oltre all’interesse per i contenuti offerti dal master, ho deciso di intraprendere tale percorso formativo anche alla luce del calibro dei relatori e dei docenti altamente qualificati che ho avuto l’onore di ascoltare. E ancora, nel corso dei mesi si è aggiunto – quale valore aggiunto – il confronto costante e quotidiano (seppur in modalità digitale) con altri colleghi residenti in diverse zone d’Italia e le cui esperienze professionali e formative mi hanno arricchita ulteriormente.

 

Di cosa ti sei occupata durante la tua attività di tirocinio?

L’attività di tirocinio non è ancora iniziata. Prenderà avvio a metà dicembre presso “La via libera”. Il progetto di ricerca che svilupperò avrà ad oggetto i roghi in Sicilia, cercando di individuarne i fattori, le dinamiche e gli attori che vi stanno alla base.

 

Se dovessi incontrare una persona interessata ad iscriversi al Master APC, quale consiglio vorresti darle?

Se dovessi incontrare una persona interessata ad iscriversi al master le direi di non perdere questa occasione e di non rimandare. Le direi di non lasciarsi scoraggiare dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo e che potrà verosimilmente compromettere la didattica in presenza. Inizialmente la prospettiva di dover seguire le lezioni on-line ha demoralizzato anche me, ma se affrontate con lo spirito giusto e con la giusta partecipazione, le lezioni on-line forniscono comunque gli strumenti di riflessione e formazione. E ancora, le darei il consiglio di cogliere ogni sfumatura offerta dal master; le consiglierei di non fermarsi all’aspetto formativo in senso stretto e meramente “didattico”, ma di approcciarsi alle lezioni a 360 gradi facendo tesoro di tutti gli spunti di riflessione offerti dai docenti.